Alle volte succede che il mio sonno è inquieto, al ricordo di quella notte. La sogno e la risogno. Un incubo senza fine che mi tormenta..
Io e Krum vivevamo insieme nella Selva della Notte. Mi prelevò dal villaggio in cui abitavo da ragazzo, intuendo le mie pulsioni, e mi portò con lui, insegnandomi tutto quello che oggi so.
Chiunque di esterno avesse varcato le soglie del Laboratorio – così egli chiamava la sua abitazione nella foresta – e ci avesse visto fare quello che si faceva in quei tempi, ci avrebbe sicuramente ritenuto dei folli; dei maniaci – ne sono certo. Andavamo oltre l’etica; oltre l’umanità; oltre tutto ciò che è lecito.
Krum era chiaramente umanizzato. Aveva vissuto più a lungo a fianco degli invasori che con i suoi simili, per il portamento, i modi di fare e le vesti.
La prima volta che entrai nel Laboratorio capii subito il perché egli mi avesse scelto fra tanti.
Un’enorme biblioteca copriva un intero lato della baracca. Era piena di tomi e pergamene oltre che barattoli e fiale dal contenuto inaudito.
L’altro lato era invece ricoperto di trofei di caccia: teste e pelli appartenenti alle creature più disparate. Comparivano anche altri macabri ninnoli in quella parete, di cui non farò menzione in questo racconto per conservare un briciolo della mia integrità.
Un tavolaccio zeppo di alambicchi e incredibili strumenti in vetro e ottone stava nella parete nord. Pile di oggetti e di contenitori erano sparsi per tutto l’ambiente.
Una piccola scala permetteva l’accesso ad un ambiente sottostante in cui erano riposte le scorte e le gabbie in cui spesso e volentieri tenevamo le nostre prede più rare o le cavie.
In quegli anni di spensieratezza, come vi dicevo, vivevo con Krum. Cacciavamo quasi ogni giorno, non per necessità, quanto per piacere. Insieme compilammo un bestiario, una raccolta di tutte le prede che riuscivamo a trovare… e non solo.
Krum aveva poteri inauditi derivanti da quella che egli chiamava magia del sangue, una pratica oscura che aveva riscoperto in antichi tomi umani. Insegnò anche a me quelle pratiche.
Iniziammo dunque ad approfondire la materia sempre più. Recuperavamo testi dalle biblioteche oltremare grazie a dei contatti di Krum; sperimentavamo in continuazione offrendoci alle volte come cavie e cacciavamo, alla ricerca di prede sempre più rare. La nostra era un’ossessione. Non eravamo mai contenti: volevamo sempre di più.
Capimmo come innestarci il sangue delle bestie. Lo sperimentammo dapprima su alcune cavie e poi infine su noi stessi. Ottenemmo benefici inauditi, come la vista notturna e una forza muscolare maggiorata. Ma non era ancora abbastanza.
Il mio incubo torna a quei tempi. Alla notte quando Krum perse definitivamente le staffe.
Avevamo praticamente finito le finanze; voci giravano sul nostro conto, eravamo evitati come la peste da tutti e la caccia andava male. Era un periodo di tensione. Eravamo entrambi frustrati da ciò e spesso litigavamo o semplicemente ci ignoravamo.
Quel giorno, durante il pranzo egli si mostrò più gentile del solito. Mi disse di aver trovato la soluzione ai nostri problemi. Aveva passato diversi giorni su un tomo – sono sicuro che si era innestato il sangue di qualche mostro alle mie spalle. Sebbene vivessimo insieme, era schivo e oscuro.
Dopo una lunga ricerca, mi disse, aveva scoperto un segreto che avrebbe sconvolto la scienza odierna. Non fece in tempo a finire il discorso che iniziai a sentire i miei muscoli intorpiditi e una sonnolenza inaudita prese il sopravvento del mio corpo. Con essa, il panico. Seppi di essere stato drogato. Consapevole di essere la cavia.
Mi svegliai legato un indefinito tempo dopo, mentre egli preparava il rituale.
” Diventeremo immortali Kankero!”
Farneticò appena mi vide rinsavire.
Ogni mio tentativo di esprimermi fu vano: ero bendato.
Vidi nelle gabbie alcune persone. In terra un cerchio di sangue e su un tavolone un ragazzino sventrato. Sentivo pianti e urla e lui cantilenare un rito.
Non avevo ancora il completo controllo di me. Ma anch’io conoscevo la magia del sangue.
Mentre portava a termine il rituale feci appena in tempo a tagliarmi con lo zoccolo una caviglia e ad escludermi dal cerchio.
“Lui è qui! Lui ci salverà dalla morte Kankero! Preleverò un campione. Innestandolo, il nostro corpo sarà eterno!”
Concludendo, pose a terra un cuore di bestia – credo di bovino. E pronunciò la sentenza segreta.
Quello che successe dopo; quello che vidi dopo è indescrivibile con parole umane. Ricordo il male nella sua forma più subdola; la tenebra più oscura e un rumore assordante.
Ricordo che mentre quelle povere anime dentro al cerchio venivano dilaniate dall’essere mi divincolai dalla morsa delle corde. Ricordo poi di essere fuggito. Ricordo provenire dal Laboratorio dietro di me l’urlo della più feroce delle bestie..
Adesso sono stabile a Forte Scilla da mesi. Dopo questo lungo tempo di torpore, ho capito quale sarà la mia missione: appena ne avrò le capacità, dovrò trovarla e sconfiggerla. Rimedierò a tutto il male che causai assieme a Krum con la mia sventatezza. Dovrò ricercare, dovrò capire di cosa si tratta. Dovrò ucciderla. E perché no.. divenire immortale.